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ADDESTRAMENTO DIVERTENTE DEL TUO LAGOTTO ROMAGNOLO

Adozione di un lagotto romagnolo

Carissimi amici delle Code Allegre chi ci segue e ci conosce bene so che magari si meraviglierà di questa pagina, ma state pur tranquilli non abbiamo cambiato idea: noi i cani ai tartufai continueremo a NON VENDERLI! Questa pagina è per chi abbia intenzione di godersi qualche ora nel bosco con il suo fido lagotto romagnolo dalla Coda Allegre perché, come ho scritto ormai decine di volte su questo sito, non siamo certo contrari alla ricerca del tartufo in se, ma lo siamo in maniera intransigente, nei confronti dei metodi del 99% dei tartufai “professionisti”.

 

Prima fase di addestramento del lagotto romagnolo: s’inizia sempre con il gioco

La prima fase è quella su cui si basano tutti i tipi, per qualsiasi attività cinofila, d’addestramento: il gioco. Quando il nostro/vostro bimbo riccione arriva nella sua nuova casa, iniziano i giochi!

La cosa migliore sarebbe avere a disposizione del tartufo, per questa fase dell’addestramento, ma mi rendo conto come questo possa non essere facile!

Tanti, la maggior parte, usano come giocattolo, che in quel momento deve sostituire il tartufo, un bussolotto (per capirci i contenitori nei quali son racchiuse le sorprese degli ovetti Kinder, ottimi anche i contenitori dei vecchi rullini fotografici) cui sono praticati dei fori e poi all’interno sono messe strisce di stoffa imbevute di qualche goccia d’olio aromatizzato al tartufo. Se invece volete fare le cose in grande ordinate in rete un “Tartufo Majella” per l’addestramento. Trattasi di un contenitore in silicone a forma di tartufo nero estivo fornito di un tappo svitabile. Dentro questo finto tartufo s’inserisce tartufo fresco, se riuscite a procurarvelo, o oli aromatizzati che, attraverso i numerosi fori presenti sulla superficie, sprigioneranno tutto il loro profumo rendendo quest’oggetto molto simile a un vero tartufo nero estivo.
La scelta di utilizzare questo strumento di addestramento del lagotto romagnolo è dettata sia dall’estetica ma soprattutto dalla sicurezza, poiché è molto più sicuro dei contenitori, di cui vi ho parlato prima, che hanno la controindicazione che si possono rompere creando schegge di plastica appuntita a cui stare molto attenti.

Il gioco consiste, fatto in maniera molto graduale e senza assolutamente stressare il cucciolo, prima nel farglielo annusare bene lasciandoglielo un po’ a disposizione perché ci prenda confidenza.

Questo avviene molto velocemente e quando capirete che è preso dal nuovo oggetto inizieremo a lanciarglielo.

Nel lagotto romagnolo l’istinto al riporto è addirittura antecedente a quello per la ricerca del tartufo, era, infatti, stato creato come “retriever”, cane da riporto, dai cacciatori di uccelli acquatici delle valli e paludi del ravennate e nella valle di Comacchio.

L’istinto del riporto non tarderà a manifestarsi, magari ci vorrà qualche lancio in più se manca lo stimolo che dà la concorrenza, quando i cani sono più di uno la rivalità li spinge a farlo prima. Appena avverrà il riporto si premierà il cane, con una cosa veramente buonissima!

Anche qui vi prego non fate i tirchi! Il risparmio non è mai guadagno, recita un proverbio parte della saggezza popolare!

Quindi noi cosa usiamo come premio per i nostri cuccioli? Pezzetti di formaggio, preferibilmente grana o parmigiano, fonte insostituibile di un elemento fondamentale nello sviluppo di noi mammiferi: il calcio.

Così oltre a premiarli, e quindi a condizionarli che gli conviene molto a riportarci una cosa che pure gli piace tanto, gli integriamo l’alimentazione con una cosa che li farà crescere sani e forti!

 

Seconda fase di addestramento del lagotto romagnolo: nascondere

Passati i primi giorni possiamo procedere alla seconda fase del nostro addestramento: nascondere il loro giochetto, sempre ben profumato, in mezzo all’erba o sotto foglie secche. Vedrete che neppure dovrete più di tanto sforzarvi per farglielo cercare.

Fin da ora comunque scegliete una parola che da ora in poi userete sempre, e solo quella, quando lo vorrete invitare alla ricerca. Io uso “cerca“!

Quando lo trova tanti complimenti, fate sentire al vostro lagotto la soddisfazione soprattutto con il tono della voce, e il solito premio succulento, dopo che vi avrà lasciato tra le mani il bussolotto, che domani sarà un tartufo!

Gradualmente aumentate la difficoltà della ricerca nell’addestramento, nascondigli sempre più difficili, poi sotterratelo leggermente, poi sempre più in profondità, senza arrivare, possibilmente, al centro della terra!

Poi sotterratelo la mattina per farglielo trovare di pomeriggio, fino ad arrivare a 24 ore dopo.

Se avete più di un cucciolo, passata la fase del riporto, sessioni separate all’inizio e poi, quando hanno capito bene come funziona, si possono anche far competere cosa che di solito li stimola a far bene.

Ricordate che le sessioni di addestramento del lagotto romagnolo devono essere brevi, soprattutto le prime volte non più di 10 minuti, ma, se potete, ripetetele durante la giornata fino anche a 4 volte.

Tanta, tanta pazienza, tanti complimenti e premi squisiti per rinforzare i comportamenti giusti!

Per scoraggiare eventuali comportamenti sbagliati basta un bel “NO“! Con un tono di voce deciso, senza urlare come Tarzan, che si differenzi da quello più dolce che userete per complimentarvi con il cucciolo quando fa la cosa giusta.

Una cosa fondamentale con tutti i cani, ma con il lagotto romagnolo in particolare in particolare, non bisogna usare metodi coercitivi, punizioni violente, urla disumane ecc…

Si rischia di traumatizzare il cucciolo che rischia di rimanere, se particolarmente sensibile, e i lagotti lo sono, molto spesso timido e pauroso a vita! Non sono solo io a sostenerlo ci sono etologi di fama internazionale che certificano questo!

Inoltre considerate che un cane timoroso non lavorerà mai bene perché troppo impegnato a scappare dai suoi fantasmi che voi avrete creato! E, comunque, per quanto mi riguarda, che peste colga chi maltratta un cane, qualsiasi sia la motivazione!!!

A questo punto una domanda ricorrente è quanto tempo deve durare l’addestramento del lagotto romagnolo?

Domanda da un milione di dollari o euro se preferite, dipende! Mozart a sei anni compose la sua prima sinfonia, un cucciolo a tre mesi di addestramento potrebbe già riuscire a trovare il primo tartufo in pastura.

Spero si capisca che voglio dire che i geni e i fuoriclasse ci sono in tutte le attività, ma sono molto più comuni le persone normali e i “mediani”, come canta il grande Ligabue!

Non pretendete l’impossibile, armatevi di pazienza e buona volontà, ma soprattutto non andate dietro alle chiacchiere da bar. “Nessuno racconta tante balle come il cacciatore a valle”.

Proverbio che rende l’idea ma son sicuro che chi l’ha scritto non conosceva i tartufai perché sono imbattibili a raccontar balle sulle dimensioni dei tartufi, prima di tutto, ma seguono a ruota le mirabolanti gesta del loro cane.

Se posso darvi un altro consiglio quando ve le racconteranno perché lo faranno, anche se voi non gli rivolgerete la parola, appena vi vedranno con il vostro meraviglioso Lagotto vi racconteranno frottole talmente fantasiose che neppure Kubrik in Odissea nello spazio ha osato tanto! Voi ascoltateli e fate finta di crederci, io faccio sempre così e non sapete quanto si smontano!!! Ma spero tanto per voi che non abbiate la sfortuna di conoscere un elemento di quest’avvilente categoria che, tra l’altro, cercherà di dispensarvi consigli su come trattare il vostro cane che come minimo vi faranno rabbrividire…

 

Tralasciate queste stupide chiacchiere e godetevi le passeggiate con il vostro cane e vedrete che anche voi avrete le vostre giornate di gloria, se vi siete applicati con costanza nel continuare l’addestramento, e quelle dove non si fa un buco! Come tutti, tutti vi assicuro tutti!!!

Per concludere volevo spiegarvi qual è la cosa più importante, perché possiate lavorare al meglio col vostro amico riccio, ancor prima dell’addestramento che vi ho esposto prima.

Ci tengo molto a specificarlo e quindi voglio darvelo come consiglio finale su quest’argomento. Per chiarirvelo bene voglio parlarvi del fiorente commercio di cani adulti già addestrati e garantiti (per forza con le cifre che chiedono!) che caveranno immediatamente anche con te, che lo compri, in tartufaia naturale o pastura che dir si voglia.

 

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Il lagotto non è un androide programmabile per la ricerca del tartufo.

La moderna cinofilia ha già dimostrato da svariati anni che l’obsoleto pensiero di una volta che prevedeva che si portasse il cane dall’addestratore per poi ritirarlo perfetto robottino, per qualsiasi attività cinofila, è assolutamente privo di fondamento e quindi di buoni risultati.

Al 90% dei casi il cane tornava a casa e faceva come gli pareva, tornava dall’addestratore ed era un emulo di Rex! Di contro ormai da molti anni si è capito, grazie anche alla figura dei veterinari e degli educatori cinofili comportamentalisti, come il sottoscritto, fino a una decina di anni fa poco diffusi, che il migliore e il solo che dà risultati concreti, metodo d’addestramento è quello che si basa sul lavoro congiunto del proprietario con il suo cane affiancati da un addestratore e/o veterinario meglio se comportamentalista.

Questa è una cosa ormai acclarata per tutte le attività cinofile tranne che in una: la ricerca del tartufo!!! Anche se ho notizia che pure qualche cosa del genere succeda anche con i cani da caccia (sì in Italia esiste ancora la caccia … che tristezza!!!) ma in numero minore.

Ora non si capisce bene perché, secondo questi venditori di fumo, il cane da tartufi sarebbe una specie di androide programmato per cavare i tartufi e che lo farà, una volta addestrato, sempre e comunque.

Mi dispiace ma è una cosa totalmente illogica e contro i più basilari principi del comportamento canino. Il cane da lavoro, qualsiasi lavoro, lo svolge principalmente per un motivo: compiacere il suo compagno umano!

Già sento in sottofondo le voci di “addestratori” di cani da tartufo, che non hanno la benché minima base di cultura sul comportamento dei cani, che diranno che il cane fa quello che fa per la ricompensa! La ricompensa è solo un “rinforzo positivo”, cari “addestratori”, potrei paragonarlo a quello che è un regalo fatto in una ricorrenza a vostra moglie.

Se vostra moglie vi ama solo per quello, fatevi una domanda e datevi una risposta!!! Il cane lavora per voi perché vi ama sopra qualsiasi cosa, come nessun altro essere vivente farà!

Quindi lavora per compiacervi, per avvertire la felicità in voi che si manifesta nella produzione di endorfine che noi umani non percepiamo ma i cani, con sensi molto più sviluppati dei nostri, avvertono all’istante!!!

Quindi che dire per concludere, la fase più importante di un addestramento, per qualsiasi attività cinofila, è una sola: amare ed essere amati dal proprio cane. Per il vostro cane il vostro amore è tutto!

E’ per questo che i cani usati per missioni pericolosissime si fanno uccidere al posto del loro conduttore (come la meravigliosa pastore belga Diesel a Parigi): per amore, l’amore incondizionato, disinteressato che i cani più di qualsiasi altro essere vivente donano al loro compagno umano e in cambio gli basta anche solo un decimo di quell’amore infinito di cui loro ci ricoprono per tutta la loro, troppo breve, vita.

Create un rapporto d’amore con il vostro cane e il cane farà tutto per voi e lo farà cento volte meglio di quel cane che avendo un compagno umano che pensa, da mentecatto, che il suo cane è una specie di juke­box che lavora solo per quei, miseri premi che avaramente gli allunga quando trova un tartufo.

Ma la cosa più triste, ma anche bella che vi farà capire quanto migliori di noi sono i nostri cani, sapete qual è?

E’ che anche quel cane juke­box ama incondizionatamente il suo gretto compagno umano, la differenza è che l’amore unilaterale non potrà mai dare gli stessi meravigliosi frutti di un amore sincero e ricambiato fra un umano e il suo peloso, fedele, meraviglioso amico cane.

Per chiudere quindi vi dico che i cuccioloni,o peggio per loro cani adulti, che sono venduti come cani “avviati alla ricerca del tartufo” sono cani che hanno ricevuto l’addestramento che vi ho descritto all’inizio di questo lungo capitolo, che sono usciti qualche volta in pastura con cani più esperti. Quello che non vi diranno questi “canari”, perché definirli allevatori è veramente troppo, che per dirsi cani “finiti” dovranno trovare lavorando costantemente con il loro nuovo e ultimo compagno umano l’affiatamento per sapersi adattare l’uno alle esigenze dell’altro.

Solo così un cane da tartufo potrà definirsi “finito”.

Non potrei mai né io né il più grande addestratore del mondo “finirlo”, pensate questi trogloditi di cui vi ho parlato, al posto di chi lo comprerà! Perché con me, o qualsiasi altro umano, potrebbe essere bravissimo e con voi potrebbe non far nulla!

Le cose fondamentali sono tre ricapitolando:

  • Che amiate il vostro cane (essendone sicuramente ricambiati per almeno dieci volte di più!);

  • Che continuiate con costanza e pazienza l’addestramento;

  • Che creiate un rapporto quanto più stretto e simbiotico possibile dal punto di vista emotivo/affettivo condividendo con lui quanto più tempo e attività della vostra giornata.

 

Il resto son tante chiacchiere fantasiose per incantare qualcuno disposto a spendere tanto nell’illusione di aver un campione pronto all’uso!

Io non conosco un solo mio collega (collega solo perché facciamo lo stesso lavoro, ma in modi molto diversi) che venderebbe un campione nella ricerca del tartufo, anche di quelli più venali!!!

Il sottoscritto garantisce inoltre una consulenza via WhatsApp a vita per qualsiasi vostro dubbio sull’addestramento come per qualsiasi altro problema comportamentale (che comunque i nostri cani non hanno!), o di qualsiasi cosa il vostro cane possa necessitare e dopo 54 anni passati tutti con loro forse qualche consiglio prezioso riuscirò a darvelo!

Questo per dare un ottimo servizio ai nostri clienti e per avere così notizie costanti sui nostri cuccioli che rappresentano per noi, per sempre, un pezzo del nostro cuore.

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