Unità Cinofile da soccorso e il Lagotto Romagnolo: una risorsa per tutti!

Dopo aver fatto scoprire che il lagotto romagnolo non è solo un cane da tartufi ma un meraviglioso compagno di vita, oggi vorrei parlarvi di un altro potenziale utilizzo di questa poliedrica razza. Non sto per parlarvi di uno dei tanti passatempi cinofili divertenti per cane e padrone, attività chiamiamole ricreative, in cui i lagotti con la loro simpatia spiccano spesso. Ma di un’attività estremamente utile per la collettività: impiegare il lagotto per formare un’unità cinofila da soccorso. Nell’immaginario collettivo, per questo impiego, sono impressi pastori tedeschi, pastori belga o labrador che poi spesso diventano, giustamente, cani eroi. Ma il nostro lagotto potrà dire la sua in questo campo perché ha tutte le carte in regola per farlo, soprattutto se è una Coda allegra!

La squadra dei soccorritori

Partiamo col definire il termine d’unità cinofila di soccorso: è l’accoppiata formata dal “conduttore”, quasi sempre il proprietario, e dal suo cane, quindi, anche un meraviglioso lagotto! Costoro si dedicano volontariamente all’attività di ricerca dispersi in diversi scenari, dalle catastrofi naturali a chi si perde nei boschi. Ovviamente non ci si può improvvisare e per arrivare ad essere operativi bisogna seguire un corso specifico. Senza entrare in dettagli tecnici sul corso vi dico solo lo scopo principale: formare coppie di lavoro affiatatissime che s’intendano al volo!

Quale razza è meglio?

Fino a qualche anno fa si tendeva a parlare di “razze” adatte per questi importanti impieghi ed erano, nel 90% dei casi, quelle classiche che già vi ho nominato. Oggi con i passi avanti della cinofilia, dove l’approccio comportamentale sta assumendo sempre maggiore rilevanza, si parla di caratteristiche del soggetto. Passo ad illustrarvi quelle considerate più importanti e fondamentali per un buon cane da unità cinofila da soccorso.

Tutti i più importanti “guru” di questa meravigliosa attività concordano nel dire che la base FONDAMENTALE da cui partire è quella di una PERFETTA SOCIALIZZAZIONE del cucciolo che ambisce a diventare un cane da soccorso. Infatti il test attitudinale che si effettua sugli aspiranti si basa sulla valutazione del grado di socializzazione e solo se si supera quello si potrà provare ad affrontare l’addestramento vero e proprio. Il cane deve essere aperto, socievole e giocoso sia con gli umani che con i suoi simili. Le attività di soccorso vengono svolte sempre in team e si può ben immaginare quanto sarebbe improponibile impiegare cani timidi e/o aggressivi. Inoltre è preferito, soprattutto per i cani da impiegare in soccorso in maceria, una taglia media che si muoverà più velocemente ed agevolmente sulle scomode scene di quel tipo di disastri. Il nostro soccorritore a quattro zampe dovrà anche essere un instancabile camminatore, anche per questo sono avvantaggiate le razze di taglia media che hanno più resistenza rispetto alle taglie grandi. Altra caratteristica importante che deve far parte del suo bagaglio è quella di avere una bella e squillante voce! Infatti il cane avvisa il suo conduttore dell’avvenuto ritrovamento abbaiando insistentemente.

 

Avvisatori da sempre

Tutte queste caratteristiche elencate le trovo molto familiari! Chi segue abitualmente il mio sito le avrà riconosciute senz’altro. Sembrano la descrizione delle peculiarità dei miei lagotti dalla Coda Allegra! Forse solo una può esservi sfuggita: quella della voce. Ma se leggete lo standard di razza vedrete che il lagotto romagnolo è definito un cane “avvisatore”. Un cane quindi che usa la sua voce, squillante e molto gradevole, per avvisare il suo compagno umano di un pericolo o di qualcosa che gli vuole segnalare. Caratteristica che mi sento di confermare in pieno specificando però che non fa parte di quelle razze che quando s’incantano son capaci d’abbaiare per tre ore in fila!!!

Dovrebbero e potrebbero esserlo di tutti i lagotti e v’assicuro che ne sarei più felice anch’io. Purtroppo la prima, iniziale caratteristica richiesta è quella della perfetta socializzazione e qui si bloccherebbero molti, incolpevoli, lagottini d’altra provenienza. Spero sinceramente nel diffondersi di una maggiore cultura cinofila nell’ambito dell’allevamento di questa razza troppo sottovalutata. Il primo passo dovrebbe essere quello d’affrancarsi da questo binomio, tutt’ora inscindibile per tutti gli altri allevatori, lagotto = cane da tartufo. Quando si riuscirà a pensare a questa razza per quello che è, ovvero un cane completo a 360 gradi e non solo un escavatore a quattro zampe, anche altri potranno riuscire con impegno, esperienza e costanza a formare cani equilibrati e pronti a qualsiasi uso professionale compreso quello di formare con il suo conduttore una agguerritissima unità cinofila da soccorso.
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